Gunther von Hagens: genio e mostro al confine tra arte e anatomia

Vi sembra macabro acquistare un corpo umano  da esporre in salotto?

Non è tanto l’idea ad essere macabra, ma il fatto che essa sia una possibilità concreta offerta dal “Dottor Morte”, ovvero Gunther von Hagens, inventore della plastinazione. Unico ostacolo alla compravendita legale di cadaveri, le polemiche talmente aspre da costringere Hagens a ritirare il prodotto dal mercato e dal proprio sito internet. Non è così, però, che si esaurisce il desiderio di tanti di poter osservare cadaveri umani perfettamente conservati. Da novembre 2006, infatti, è possibile visitare il cosidetto Plastinarium. Si trova a Guben, cittadina del Brandeburgo, al confine tra Germania e Polonia. All’entrata di questa “fabbrica” si è quasi soli, se si contano gli esseri viventi.

Gunther von Hagens, generazione 1945, è l’anatomopatologo tedesco inventore della plastinazione, ovvero di quel processo conservativo dei cadaveri che prevede la sostituzione dei liquidi corporei con polimeri plastici e di silicone, che non alterano il colore dei tessuti solidificandoli come pezzetti di plastica e gomma. Il tutto non sarebbe così scandaloso se pensassimo alla conservazione di organi in formaldeide già diffusa in tutto il mondo a scopi scientifici o artistici (vogliamo ricordare lo squalo di Hirst?). Il genio di Hagens però non sarebbe controverso se la faccenda si esaurisse qui. Ispirandosi agli anatomisti rinascimentali che riportavano sui manuali di medicina disegni anatomici di corpi in pose “viventi”, Hagens ci propone dei cadaveri ugualmente in posa, ricalcando famosi capolavori dell’arte internazionale. Ecco quindi un’Olympia cadaverica, se vogliamo rifarci a Manet,o una Paolina Borghese del Canova, fino ad arrivare a situazioni decisamente più attuali, come il giocatore di basket.

Le sue opere vengono presentate in tutto il mondo in esposizioni dal titolo Körperwelten (in inglese, Body Worlds), magari un po’ trash, ma sebbene l’intero concetto sia opinabile, sicuramente l’esposizione si rivela istruttiva dal punto di vista didattico: vedere davvero l’effetto del fumo sui polmoni, o quello dell’alimentazione sbagliata sul fegato, ha sicuramente un impatto maggiore rispetto ai disegni di un manuale. Se l’entrata alla mostra fosse ad offerta libera, forse l’intento educativo sarebbe più evidente: ma il biglietto costa caro, sebbene si possa in parte giustificare con le grosse spese per i processi di plastinazione, quasi 40.000 dollari per cadavere. I corpi esposti, a detta di Hagens, sono anonimi e generalmente, essendo senza pelle, irriconoscibili: ufficialmente sono quelli volontariamente donati alla scienza, ma nel 2004 il tedesco è stato accusato di comprare i cadaveri dei giustiziati nella Repubblica Popolare Cinese, dove ha anche un centro di plastinazione.

Parte del clamore, in tutto ciò, è dovuto anche alla persona stessa di Gunther von Hagens,  che nelle sue note autobiografiche non manca mai di raccontare i suoi due anni da prigioniero politico nella Germania Est: come sia riuscito a conciliare la sua orgogliosa opposizione al Comunismo con gli attuali affari con la Cina rimane però un mistero.

Dunque, chi vuolesse plastinare il nonno defunto o il cane, si faccia avanti.

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